lunedì 27 aprile 2009

Per me, matematica è ...


Pensando alla matematica mi viene in mente un puzzle da sistemare, dove ogni pezzo posseduto ha un significato per il completamento del lavoro. La matematica ha per me il sapore di un problema che diventa sfida positiva. È la consapevolezza di avere gli strumenti per poter affrontare il problema posto. La matematica è per me anche azione creativa, capacità di risolvere problemi concreti mediante le informazioni a disposizione, per andare oltre ad una semplice somma di tali informazioni ed individuare relazioni più profonde e meno immediate, ma pur presenti sin da subito.
Per questo credo che il compito dell'insegnante non sia quello di risolvere i problemi che via via emergono dal confronto degli allievi con l'esperienza quotidiana, ma di accompagnarli nella valutazione di tali problemi e delle informazioni a loro disposizione per individuarne soluzioni percorribili attraverso l'uso critico della ragione.
Vorrei essere un insegnante che sa "moltiplicare i problemi" o semplicemente problematizzare l'esperienza, che sa supportare i suoi allievi quando si sentono frustrati e incapaci di trovare una soluzione adatta.
Dario Antiseri nel 1985 diceva: "un buon insegnamento è sempre quello che parte dai problemi che l'insegnante cattura dalla memoria culturale dei ragazzi e sui quali sa far inciampare i ragazzi".
Credo che l'insegnante debba saper far inciampare i suoi allievi nei problemi.

domenica 12 aprile 2009

Parola d'ordine: ... imparare facendo!



Riflettendo sul lavoro svolto con l’obiettivo di ricostruire il mio rapporto con la matematica, prendo coscienza del grande valore che per me ha avuto la metodologia didattica, fondata sull'esperienza, seguita dalla mia maestra della scuola primaria.
Grazie allo studio della psicologia, riconosco l’importanza che ogni insegnamento parta dal proprio “vissuto” personale e che l'allievo possa toccare con mano ogni cosa che a lui viene proposta. Quindi la psicologia e la mia esperienza mi dimostrano che solo partendo dall'esperienza l’insegnamento potrà essere efficace.
John Dewey proponeva un’idea di apprendimento che può essere riassunta nel concetto del “learning by doing”, cioè dell’imparare facendo.
Essendo spesso a contatto con bimbi di 5-9 anni, osservo che essi sviluppano le loro capacità matematiche a partire dall’uso inconsapevole di concetti matematici nelle situazioni quotidiane. Essi sviluppano le loro capacità quando fanno domande simili a queste:
Quante ce ne sono?
Quanti ne mancano?
Ce ne sono abbastanza?
Quanto è grande?
Da che parte devo andare?
È probabile che succeda?
Questo spazio virtuale e lo stimolo di documentare il mio percorso di riavvicinamento alla matematica, diventano un’occasione per pensare alla mia esperienza e guardarla con un occhio critico, così da trarne spunti di crescita personale e professionale.
Accompagno questo post con un'immagine che ritrae delle mani al lavoro e ricordo quanto diceva Maria Montessori individuando nell'occhio l'organo della vista e nelle mani l'organo dell'intelligenza.

domenica 5 aprile 2009

Ricordi di scuola elementare




Oggi ho iniziato il mio percorso reimmergendomi in un passato fatto di ricordi un po’ sbiaditi, ma ancora densi di significato, con l'obiettivo di ricostruire il mio rapporto con la matematica. Ho quindi ripercorso le tappe più importanti della mia esperienza formativa e professionale e la sensazione che ne traggo è di serenità e piacevole armonia, perchè ho riscoperto il valore di un processo di apprendimento ed insegnamento graduale che sappia di conseguenza diventare accattivante ed appassionante.