lunedì 29 giugno 2009

mappe concettuali e non solo...


In questa settimana ho iniziato a realizzare le prime mappe concettuali mediante l’utilizzo dei software Cmap Tools, Genopro e MyHeritage.
La sensazione che provo dall’utilizzo di questi programmi è molto positiva. Mi incuriosiscono e mi stimolano a scoprirne le varie applicazioni. Il loro uso è abbastanza intuitivo per cui, sebbene non mi sia mai capitato di utilizzarli prima, sto riuscendo a svolgere “i compiti” senza troppe difficoltà e divertendomi anche parecchio.
La cosa più interessante è che le mappe concettuali possono essere applicate a qualunque tipo di “sapere” e permettono di sistematizzare conoscenze, idee, procedure di diverso genere ed argomento.

venerdì 26 giugno 2009

Un mondo di numeri


In questi giorni mi sono dedicata all’analisi di due articoli tratti da due diversi quotidiani (uno a diffusione nazionale e l’altro locale) individuando e classificando i termini che fanno riferimento a concetti o simboli matematici. Credo che tale esercizio mi abbia permesso soprattutto di comprendere come il linguaggio matematico non si serva solamente di simboli numerici (1, 2, 3, 4 …), ma anche di termini che indicano delle relazioni di quantità (maggiore, minore, uguale…), delle funzioni o degli andamenti. I numeri ricorrono anche per indicare delle date e diventano un elemento importante per misurare e definire il susseguirsi del tempo e collocare ogni evento seguendo un ordine preciso. I numeri vengono utilizzati per definire dei “codici” (numeri di telefono, numero di matricola, di targhe automobilistiche, codici pin, password, ….) risultando comunque capaci di trasmettere delle informazioni (per esempio il prefisso telefonico 06 / 9317XXX è tipico di una specifica zona del Lazio, mentre lo 02/ 4683 XXX di una specifica zona della Lombardia).

lunedì 15 giugno 2009

La matematica è una competenza innata.


Ricercando dei documenti che mi permettessero di comprendere meglio il rapporto tra bambini e matematica, mi sono imbattuta in una ricerca i cui risultati risalgono al maggio del 2007 e che mi sembra particolarmente significativa.
Tale ricerca è stata condotta da Camilla Gilmore dell'Università di Nottingham e da Elizabeth Spelke dell'Università di Harvard ed è stata pubblicata su Nature. Secondo questo studio non è necessario padroneggiare la logica di un sistema numerico simbolico per riuscire a fare addizioni e sottrazioni approssimate.
I bambini sono in grado di risolvere problemi con grandi numeri ben prima che venga loro insegnata l'aritmetica. La capacità di afferrare i principi matematici, come quelli che regolano le operazioni di calcolo è quindi innata e non un dono riservato a pochi fortunati.
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione sottoponendo a bambini di cinque anni con background diversi una serie di problemi sotto forma di scenari ipotetici in cui figuravano addizioni e sottrazioni di numeri, da 5 a 98. I bambini non avevano ricevuto una formazione specifica di aritmetica, ma sono riusciti ugualmente e con buoni risultati nelle operazioni di calcolo, rispondendo a domande come: "Se Sara ha 64 caramelle e ne regala 13 e Giovanni ne ha 34, chi di loro ne ha di più?".
In molti casi pur non arrivando ad un risultato esatto, si sono spinti ad una buona approssimazione.
La spiegazione di come questo sia possibile viene dal comprendere che i bambini hanno un sistema di rappresentazione dei numeri non simbolico, che permette loro di fare sottrazioni ed addizioni approssimate di quantità non simboliche, come, ad esempio un gruppo di puntini o una sequenza di toni. Questa capacità viene usata anche per fare addizioni e sottrazioni di quantità simboliche.
I test sono stati fatti in ambienti diversi, nella quiete di un laboratorio e nell'atmosfera più caotica di una classe: in quest'ultimo caso i risultati sono stati leggermente inferiori, forse per il fattore distrazione.
La matematica, quindi, è una competenza naturale nei più piccoli, che riescono ad applicarla anche senza una specifica istruzione scolastica.
Questa notizia mi sembra proponga un cambio di prospettiva notevole, soprattutto in riferimento all'erronea distinzione tra coloro che possiedono "il dono dei numeri" e coloro che possiedono il "dono delle lettere". Tutti quindi possiedono competenze ed attitudini matematiche.
Significativo è anche il suggerimento di queste studiose ad insistere e coltivare questa facoltà nascosta in tutti i bambini sin dalla più tenera età.

giovedì 4 giugno 2009

Emmy Noether e... il "soffitto di cristallo".


In queste settimane mi sono dedicata alla preparazione dell’intervista al genio della matematica.
Ho deciso di concentrarmi sullo studio di Emmy Noether (1882 – 1935) una matematica tedesca di origini ebree la cui produzione scientifica riguarda l'algebra non commutativa, la teoria algebrica dei numeri e la formulazione del Teorema che porta il suo nome.
Emmy Noether, ancora oggi, è considerata come una delle donne più importanti di tutta la matematica e ricevette numerosi riconoscimenti. In particolare Albert Einstein, suo grande amico che nutrì per lei una profonda stima, poche settimane dopo la sua morte, si espresse così in un commento che venne pubblicato sul New York Times: «Nei giorni scorsi, è morta a 53 anni una grande matematica, la professoressa Emmy Noether, già appartenete all’Università di Gottinga, e negli ultimi due anni attiva al Bryn Mawr College. Nel giudizio dei più competenti matematici viventi, la signora Noether era il genio creativo più notevole emerso da quando è stata resa possibile l’educazione superiore per le donne. Nel campo dell’algebra, a cui hanno intensamente lavorato per secoli i più dotati matematici, ella ha scoperto metodi che si sono rivelati di enorme importanza per la crescita dell’attuale giovane generazione di matematici [...]».
Queste parole danno l'idea del grande contributo da lei offerto alla scienza in un'epoca in cui era molto difficile per una donna scardinare sia i pregiudizi sociali che l’ignoranza dilagante e conseguire una formazione universitaria paragonabile a quella di un uomo.
La sua storia e le numerose difficoltà ad ottenere il meritato riconoscimento da parte dei colleghi, mi riporta alla mente la storia di tante altre donne di ieri e di oggi che, purtroppo, si trovarono e si trovano tutt'ora a dover subire numerosissime discriminazioni e a doversi scontrare quotidianamente con un "soffitto di cristallo", cioè con una barriera invisibile che impedisce il raggiungimento di posizioni apicali in molti ambiti d'azione. Questo soffitto è trasparente e permette di vedere ciò che sta oltre, ma non permette di andare oltre, di superarlo. Spesso questo soffitto è fatto di pregiudizi e stereotipi immotivati ed irragionevoli.
Emmy Noether svolse un ruolo decisivo nell’avvicinare le scienze al mondo femminile, nel confutare il pregiudizio secondo cui una donna non può produrre lavori scientifici originali.
Guardando alla storia dell'ultimo secolo, molte cose sono cambiate ed oggi il numero delle scienziate è in aumento, ma credo che sia importante conoscere e comprendere l'esperienza ed il contributo di coloro che hanno dedicato tutta la loro vita a lavorare per qualcosa che "andasse oltre" loro stesse.
Per ulteriori approfondimenti rispetto a questo tema consiglio il sito http://www.kila.it/ promosso dalla Commissione Regionale Pari Opportunità e dalla Consigliera di Parità della Regione Piemonte.