lunedì 15 giugno 2009

La matematica è una competenza innata.


Ricercando dei documenti che mi permettessero di comprendere meglio il rapporto tra bambini e matematica, mi sono imbattuta in una ricerca i cui risultati risalgono al maggio del 2007 e che mi sembra particolarmente significativa.
Tale ricerca è stata condotta da Camilla Gilmore dell'Università di Nottingham e da Elizabeth Spelke dell'Università di Harvard ed è stata pubblicata su Nature. Secondo questo studio non è necessario padroneggiare la logica di un sistema numerico simbolico per riuscire a fare addizioni e sottrazioni approssimate.
I bambini sono in grado di risolvere problemi con grandi numeri ben prima che venga loro insegnata l'aritmetica. La capacità di afferrare i principi matematici, come quelli che regolano le operazioni di calcolo è quindi innata e non un dono riservato a pochi fortunati.
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione sottoponendo a bambini di cinque anni con background diversi una serie di problemi sotto forma di scenari ipotetici in cui figuravano addizioni e sottrazioni di numeri, da 5 a 98. I bambini non avevano ricevuto una formazione specifica di aritmetica, ma sono riusciti ugualmente e con buoni risultati nelle operazioni di calcolo, rispondendo a domande come: "Se Sara ha 64 caramelle e ne regala 13 e Giovanni ne ha 34, chi di loro ne ha di più?".
In molti casi pur non arrivando ad un risultato esatto, si sono spinti ad una buona approssimazione.
La spiegazione di come questo sia possibile viene dal comprendere che i bambini hanno un sistema di rappresentazione dei numeri non simbolico, che permette loro di fare sottrazioni ed addizioni approssimate di quantità non simboliche, come, ad esempio un gruppo di puntini o una sequenza di toni. Questa capacità viene usata anche per fare addizioni e sottrazioni di quantità simboliche.
I test sono stati fatti in ambienti diversi, nella quiete di un laboratorio e nell'atmosfera più caotica di una classe: in quest'ultimo caso i risultati sono stati leggermente inferiori, forse per il fattore distrazione.
La matematica, quindi, è una competenza naturale nei più piccoli, che riescono ad applicarla anche senza una specifica istruzione scolastica.
Questa notizia mi sembra proponga un cambio di prospettiva notevole, soprattutto in riferimento all'erronea distinzione tra coloro che possiedono "il dono dei numeri" e coloro che possiedono il "dono delle lettere". Tutti quindi possiedono competenze ed attitudini matematiche.
Significativo è anche il suggerimento di queste studiose ad insistere e coltivare questa facoltà nascosta in tutti i bambini sin dalla più tenera età.

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